Ne’ boom, ne’ tracollo. Anche l’agriturismo in Italia risente gli effetti della crisi e frena. A differenza pero’ degli altri comparti dell’agricoltura, che segnano un “profondo rosso”, la vacanza in campagna, pur tra mille difficolta’, mantiene le posizioni. La difficile congiuntura – avverte Turismo Verde-Cia- ha cambiato il modo di fare la vacanza in campagna. Permanenze sempre piu’ brevi una sorta di “mordi e fuggi” e “last minute“.
Lo sottolinea Turismo Verde, l’associazione agrituristica della Cia-Confederazione italiana agricoltori, alla vigilia della nona edizione di Agri@tour, l’unico Salone dell’agriturismo in Italia, in programma ad Arezzo da venerdi’ 12 novembre a domenica 14 e al quale al sara’ presente con un proprio stand.
Il campanello d’allarme, d’altra parte, era gia’ suonato lo scorso anno quando si comincio’ a registrare una consistente riduzione delle presenze. Il 2010 sembra, quindi, destinato a chiudersi senza tanti entusiasmi. Si resta al palo, ma l’importante e’ che non si regredisce. Il settore resta vitale. E questo e’ un risultato importante, visti i problemi che stanno caratterizzando le famiglie italiane. Tuttavia, quest’anno -afferma Turismo Verde-Cia- il settore agrituristico si era aperto sotto i migliori auspici. Fin dalle feste di Pasqua si era avuta una crescita degli amanti della vacanza a contatto con la natura. Una tendenza confermata, pero’, soltanto nei “ponti”, come quello di Ognissanti, ma non durante la stagione estiva.
E le previsioni non certo rosse si hanno per la festa dell’Immacolata (8 dicembre), per Natale e Capodanno. Periodi che, secondo le prenotazioni, dovrebbero confermare la stasi che sta vivendo, salvo rare eccezioni, gli agriturismi nel nostro Paese. Gli italiani non rinunciano al di relax , ma, per contenere la spesa, si limitano a due giorni. Niente, insomma, weekend lunghi, dal giovedi’ al lunedi’ mattina. I due giorni, pero’, vengono vissuti intensamente all’insegna di attivita’ sportive, escursioni, corsi, appuntamenti enogastronomici a tema, eventi culturali organizzati nelle aziende o in prossimita’ di esse.
Questa nuova tendenza -rimarca Turismo Verde-Cia- evidenzia che la domanda dell’ospite diventa sempre piu’ attenta e che l’imprenditore agrituristico per stare al passo con questo nuovo mercato deve sempre di piu’ investire nell’azienda e per la sua formazione. La nuova azienda agrituristica che si sta profilando sul mercato deve, pertanto, andare verso la caratterizzazione. Deve essere in grado di informare l’utente sull’esatta proposta di soggiorno e dei servizi forniti. Una chiara e trasparente comunicazione di tale offerta e’ la condizione propedeutica per qualsiasi azione di valorizzazione e promozione dell’ agriturismo.
Nella foto il Podere Carceroni: http://www.agriturismi.it/it/toscana/cinigiano/agriturismo_podere_carceroni.html
Le aziende agrituristiche italiane, fanno fatica, pur diversificando ed arricchendo l’offerta, a sostenere la pesantezza di una economia che stenta a ripartire: la durata media dei soggiorni con pernottamento e’ diminuita e sono diminuite anche le prenotazioni per la sola ristorazione. In questa fase cosi’ difficile sono gli ospiti stranieri a dare una mano all’agriturismo italiano, ed e’ grazie a loro se la media nazionale delle permanenze in azienda e’ di due giorni e mezzo. In termini economici, comunque, l’agriturismo resta stato un'”isola felice” Il fatturato stimato e’ di circa un miliardo di euro. Sono circa 20 mila le aziende agricole che hanno scelto di offrire, oltre ai prodotti agricoli e zootecnici, anche ristorazione ed ospitalita’ con una varieta’ infinita di opportunita’ per i visitatori. Mentre gli amanti della vacanza a contatto con la natura restano al di sopra dei quattro milioni.
http://www.affaritaliani.it/green/agriturismo_vacanze101110.html
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